Propr. David Samuel P., regista statunitense. Dopo un lungo apprendistato televisivo e teatrale, grazie all'interessamento dell'attore B. Keith nel 1961 esordisce dietro la mdp con l'insolito western La morte cavalca a Rio Bravo (1961), storia d'amore di due reietti senza speranza. Avversato dai produttori, il film ottiene un successo insperato ed evidenzia le caratteristiche della successiva produzione di un regista che non si arrende alla legge del profitto e del successo facile e vuole proseguire testardamente per la sua strada: storie cruente in cui la violenza ha un posto di primo piano accanto al disfacimento fisico e morale dei personaggi, eroi solitari e perdenti avvolti in una cornice (quasi sempre western) dal sapore un po' nostalgico e a tratti visionario. L'utilizzo quasi esasperante del ralenti e delle sue possibilità espressive, oltre a una non comune capacità di lavorare sulla violenza con un approccio al contempo iperrealista e barocco, ne fanno un autore dallo stile originale e dalla poetica coerente. Le pellicole successive testimoniano il suo stile personale, tanto da fargli meritare il nomignolo di Bloody Sam («Sanguinoso Sam»). Si ricordano i western incredibilmente cruenti Sfida nell'Alta Sierra (1962) e Il mucchio selvaggio (1969), cult-movie della generazione sessantottina, l'inquietante Cane di paglia (1971) in cui il protagonista, un ottimo D. Hoffman vessato dal cinismo, esplode in una violenza implacabile, l'elegiaco L'ultimo buscadero (1972) sull'inevitabile avanzata del progresso, il pessimistico Getaway! (1972) sulla fuga impossibile di un rapinatore di banche, il western crepuscolare Pat Garrett e Billy the Kid (1973), il road-movie Convoy - Trincea d'asfalto (1978).